Galleria nazionale d’arte moderna
DE CHIRICO
Piove, naturalmente. Ci si poteva aspettare qualcosa di diverso? ma che importa?
Il trionfo di colori fa dimenticare l’inverno.
Colori che risuonano forti e densi, festa di corpi e volti e paesaggi impossibili… metafore del nulla, città in cui camminiamo, nudi nervi al vento immobile: consegnarsi al tempo inesatto e ingannevole.
Mi sorprende la sua voce caustica, che è dell’artista, tipica del genio forse, di chi non teme nulla, perché è al di sopra del quotidiano.
PIERO GUCCIONE
dal 5 dicembre al 25 gennaio ’09
Il mare fotografato, fermato, nella sua vastità, nel gioco di luci, vivido nell’ossessione, mare e ancora mare, azzurro su azzurro, cielo a precipitare e a pesare sulle rive.
F ra i quadri d’acqua e di salmastro, ho trovato questa bellissima poesia:
ALTRA ACQUA
sollevami da te
fammi tornare per acque
a prime rive
andare
lontano
dove né onda
né stelle accostate
distoglimi da te
lasciami andare
non più versi di quel mare
altra acqua
pioggia
lacrime
a morire
nel mare che sei
FRANCESCA MERLONI
BRUNO MUNARI
Museo dell’Ara Pacis
dal 9 ottobre al 22 marzo ’09
Il genio, ancora, diverso dagli altri, capace di indagare il reale per stravolgerlo, per dargli un volto e un significato nuovi.
Spesso ci lasciamo sommergere dal quotidiano, non ne vediamo più la vacuità: Munari sceglie il punto di vista più originale, rinomina le cose, capovolge e svuota i nostri cervelli, vi immette aria fresca e pura.
“L’uovo ha una forma perfetta, benché sia fatto col culo”.
“Ho cercato di comunicarequello che gli altri non vedono, ad esempio un arcobaleno di profilo”.
PABLO PICASSO
1917-1937 L’Arlecchino dell’arte
Complesso del Vittoriano
Difficile parlare di Picasso. Sono i suoi quadri a parlarti, e senza mezze misure, con la violenza dei colori e delle forme, con la supremazia della creatività che guarda con sufficienza il mondo, metri e metri più giù.
Picasso si odia o si ama.
L’Arlecchino è metafora dell’arte innovativa e trasgressiva di Picasso, in costante trasformazione, agile e irridente, dai mille volti, che incarna la diversità.
“Un quadro non è mai pensato e deciso anticipatamente, mentre viene composto segue il mutamento del pensiero, quand’è finito continua a cambiare, secondo il sentimento di chi lo guarda. Un quadro vive una vita propria, come una persona, subisce i mutamenti cui la vita quotidiana ci sottopone. E questo è naturale, perché un quadro vive soltanto attraverso l’uomo che lo guarda”.
Picasso definisce anche il compito dell’arte:
“lavare via dall’anima la polvere di ogni giorno…”
DA REMBRANDT A VERMEER
Valori civili nella pittura fiamminga e olandese del ‘600
Museo del Corso
dall’11 novembre al 15 febbraio