La sala a pianterreno della libreria Cavallotto di Corso Sicilia si è riempita ieri sera per Dacia Maraini, a Catania per presentare il suo ultimo libro, “La ragazza di Via Maqueda”.
Come sempre impeccabile nel ruolo di intervistatore, lo scrittore Massimo Maugeri, che ha condotto la serata; la scrittrice non si è però sottratta alle domande dei lettori intervenuti.
Tra i temi affrontati, il rapporto tra perfezione formale e intensità della storia; l’immagine di Sicilia che l’autrice conserva, avendovi vissuto per otto anni; la necessità che lo scrittore denunci le ingiustizie e non trascuri l’impegno sociale, senza però che debba rischiare la vita (Saviano ne è l’esempio).
Un lettore ha chiesto alla scrittrice di quale pregiudizio le piacerbbe scrivere e se sia mai stata vittima di pregiudizi. La Maraini ha evidenziato che al giorno d’oggi tutte le intolleranze nei confronti della diversità sono da condannare e che, in quanto donna, lei stessa ne è stata bersaglio.
A proposito del protagonista del racconto, che dà il titolo al libro, l’autrice ha spiegato il concetto di “normalità dell’illegalità”, del malcostume odierno cioè di ritenere inevitabile il mancato rispetto delle regole, perché è troppo faticoso e impegnativo mantenere comportamenti corretti di fronte alle sollecitazioni negative.
Il personaggio dell’ingegnere palermitano è emblematico in tal senso: “scivola” nella perdizione per mancanza di coraggio, temendo per la propria vita, ma anche forse per ignavia.