Perché la poesia?

dicembre 18, 2008

Chi scrive probabilmente si interroga sulla funzione della poesia, o della propria poesia, in un tempo sempre più arido e insensibile.

È ancora tempo di poesia, il nostro? Perché i poeti?

Queste in particolare le domande che si pone Sebastiano Addamo.

Riporto le sue conclusioni.

 

“La voce della poesia è troppo flebile per vincere il frastuono che è intorno…

I molti libri di poesia che vengono pubblicati non fanno che accentuare questo silenzio: sono tanti e tanto indiscriminati che non c’è nemmeno il tempo di lanciare ad essi un solo sguardo, anche se distratto. Per la poesia non c’è pubblico. Al massimo -ma davvero al massimo- c’è appena qualche lettore. La domanda è minima, non c’è mercato e non ci sono editori.

Bisogna considerarlo: non è più in causa il valore che il libro eventualmente comunica; in causa è lo stesso libro come valore.

Fra questa vita e questa morte, si può accampare la poesia. La sua gratuità scrupolosa come un destino può diventare il valore “inutile” di un mondo nel quale tutto è merce e valore di scambio. 

Essa non deve salvare né garantire nulla, non ha risposte da fornire, è appena una scommessa e un rischio. La sua funzione è di non avere alcuna funzione.

Può valere come la sentinella che vigila gli ultimi spalti di un territorio abbandonato. Ma se la terra è ormai un deserto, poiché priva di senso, resta, dice Heidegger, il canto che nomina la terra.”

Da Alternative di memoria di SEBASTIANO ADDAMO

 

Chi è d’accordo con queste affermazioni?


Un sorso di poesia

dicembre 1, 2008

La rotta di Cristoforo

Alte le colonne di Eracle

più alte le onde selvagge che Nettuno

 senza successo al Genovese oppose

Luigi Milani


Poesie tra i libri

novembre 29, 2008

  

La libreria Saltatempo, deliziosa commistione di colori e buon gusto, ci accoglie con gli aromi del suo angolo caffetteria.

Ci aggiriamo fra gli invitanti scaffali colmi di libri, apprezzando l’ospitalità.

Nella saletta sul retro si radunano intanto poeti e spettatori.

Dopo gli interventi introduttivi di Vera Ambra e Pippo Di Noto, ha luogo il reading di poesia, aperto dalle poetesse catanesi di Akkuaria, Mariella Sudano con il suo “Azzurro gusto”, Gabriella Rossitto, con “Segrete stanze”, e Maria Cettina Maccarone.

I poeti iblei, Giovanna Vindigni, Francesco Scollo e Turi Vicari hanno letto poesie in dialetto, mentre Sonia Migliore, Domenico Cultrera, Emanuele Schembari, Nicoletta Sciarrino e Fabio D’Alba Di Franco hanno declamato versi in lingua.

 

Vera Ambra e Pippo Di Noto hanno poi duettato leggendo brani tratti da “Pegaseium Nectar” di Vera Ambra.

 

Il poeta Di Noto ha letto inoltre alcune poesie dialettali tra le quali “Tibet”, tradotta anche in lingua.

 

La serata si è ulteriormente arricchita per la presenza del gruppo Talèh, che ha eseguito dal vivo brani di propria composizione e brani rivisitati della tradizione popolare.

Presto sarà  in commercio il loro CD dal titolo Ratapunto.

 

 Un grazie particolare alla nostra ospite, la proprietaria della libreria Saltatempo, e complimenti a Pippo per l’organizzazione della serata.

 

  


Akkuaria incontra i poeti iblei

novembre 23, 2008

dsc018131