La poesia e la realtà

marzo 28, 2009

“Le mie poesie non parlano di Hiroshima, ma di un bambino che si va formando nel buio, un dito, poi l’altro. Non parlano del terrore della distruzione di massa, ma della desolazione della luna sopra un albero di tasso nel cimitero vicino a casa. Non delle ultime parole di algerini torturati, ma dei pensieri notturni di un chirurgo stanco.

In un certo senso queste poesie rappresentano una diversione. Non direi, però, una fuga dalla realtà. Per me, i veri problemi del nostro tempo sono gli stessi di tutti i tempi: le ferite e la meraviglia dell’amore; il fare in ogni sua forma: fare un figlio, fare il pane, un quadro, una casa; e la conservazione della vita di tutti gli esseri umani in tutto il mondo…

Io non credo che una poesia dettata dall’attualità susciterebbe un interesse più vasto e più profondo di quanto non faccia un articolo di giornale sul medesimo avvenimento. E a meno che non scaturisca da un sentimento molto più urgente ed essenziale che non un generico passeggero amore per l’umanità, a meno che non sia, cioè, quell’oggetto-unicorno, raro e prodigioso -una vera poesia- rischia sempre di essere consumata con la stessa rapidità di un foglio di giornale.

I poeti che amo sono posseduti dai loro versi come dal ritmo stesso del loro respiro. Le loro poesie più belle danno l’impressione di essere nate tutte intere, non messe insieme parola per parola.

La grande funzione della poesia è il piacere che dà, non certo la sua influenza come strumento di propaganda religiosa o politica. A me certe poesie, certi versi, sembrano cose solide e miracolose, come solidi e miracolosi devono sembrare a chi venera immagini di altro genere gli altari delle cattedrali o l’incoronazione di una regina. Non mi preoccupa il fatto che le poesie raggiungono un numero relativamente ristretto di persone. Anzi, è sorprendente come in realtà arrivino lontano: a gente che non conosci, addirittura in tutto il mondo.Più lontano delle parole di un professore o  delle ricette di un medico; se sono fortunate, più lontano dell’arco di una vita”.

da “Il contesto”, SYLVIA PLATH


TORNA

marzo 26, 2009

Torna di frequente e afferrami,

fremito amato, torna e afferrami-

quando si risveglia la memoria del corpo

e l’antico desiderio riprende a scorrere nelle vene

quando le labbra e la pelle ricordano

e le mani sentono come se toccassero ancora.

 

Torna di frequente e afferrami la notte,

quando le labbra e la pelle ricordano…

 

COSTANTINO KAVAFIS (1912)


Il premio “Fortunato Pasqualino”

marzo 24, 2009

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Domenica 22 marzo, a Butera, ha avuto luogo la premiazione degli autori che hanno partecipato al premio letterario  intitolato a Fortunato Pasqualino.

 

 

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SEZIONE NARRATIVA

 

 Primo premio a

Vittorio Frau

Gabriel e il mostro

“È strano trovarsi all’improvviso di fronte alla propria fragilità, rendersi conto di quanto sia inutile avere le spalle larghe e il pieno controllo della propria vita, quando l’orrendo mostro che qualcuno ha chiamato il male oscuro aggredisce una mente, lo fa senza preavviso, in maniera subdola, prendendosi gioco si intere esistenze e avvolgendole in una fitta nebbia per poi costringerle alla resa”.

 Secondo premio 

Sergio Belfiore

 Samuel

“Il maestro ci disse che io e altri tre bambini avremmo dovuto portare una specie di distintivo, forse perché eravamo più bravi, pensai io, e dopo la lezione corsi a casa felice di poterlo far vedere ai miei genitori. Quale fu la sorpresa quando entrando vidi lo stesso distintivo sulla giacca di mio padre! Forse lui lo aveva ricevuto dal Borgomastro perché era il dottore più bravo di tutti, sì doveva essere proprio così”.

 Terzo premio ex aequo a

Sonia Lipani

…e così rivide il cielo

Alfonsina Campisano Gangemi

 Il grillo

SEZIONE POESIA

 

 Primo premio a

Andrea Cati 

 Al parco

Seduto a masticare il parco

tra zanzare ed alberi carichi come pistole,

mi scontro con una donna

e due cani legati al suo cuore:

cerca gli occhi

tra la fragilità delle foglie,

nel tentativo innocente di rivedere

qual è la distanza dalla terra.


 

Secondo premio  

Rino Cavasino

 L’ossa chi su’ toi?

 

‘I sciluccati principìanu a màggiu,

-‘U spurcatu cà è-, dicìa me nonna,

ammucciatu d’arrè ‘i pirsiani,

s’ittau sciloccu forti

il Terzo premio ex aequo a

Laura Bossi

 Paradisi Capovolti (autoritratto)

Francesco Luppi

 Ti ho visto ridere

 

IL PREMIO DELLA GIURIA VIENE ASSEGNATO A:

(in ordine alfabetico)

NARRATIVA

Alessandro Togni “I” ”

Antonio Antonelli Insieme

Antonio Scarpone La strada di padre Antonio

Antonio Sindona Viaggiando con la memoria

Arianna e Selena Mannella Come pioggia d’autunno

Cristina Adrighetti ARUAP (La paura)

Daniela Merino La bambola bianca e nera

Franco Cilia Gli orecchini di Platone…

Franco Coppola Il miracolo delle scarpe

Gennaro Rollo Melanie

Gerardo Giordanelli Pasquetta

Giovanni Maria Pedrani Origami

Karina Andrea Olivera …e dietro gli ulivi, il mare

Katia Brentani Il profumo della libertà

Laura Baldi Sale

Luca De Marchi Il libro del domani

Luciano Vullo Breve dialogo sull’ordine frattalico

Luigi Milani Figlia

Marcella Strazzuso Lampedusa…

Marcellino Iovino Agmenoi

Maria Dell’Anno È sempre stato così

Maria Luisa Vanacore Effluvi di ricordi

Maria Stabile Le mani di mia madre

Maria Teresa La Porta Lettera

Michele Falci Il mare come infanzia

Monica Schiaffini Ritorno

Sandra Pauletto Salvo per un pelo

Serafina Spatafora Il grano nel solaio

Umberto Mapelli Sessantasei milioni

Vittorio Rainone Laura
SEZIONE POESIA

Adriana Passari Profumi del tempo/profumi dell’anima

Alberto Di Virgilio Che altro potevo fare?

Alfonsina Campisano Cancemi No, non datemi pietà

Andrea Ingemi Apparenza essenziale

Andrea Lazzara Colori di Sicilia

Antonio Fabozzi Orizzonte

Arturo Borciani La buona vita

Claudio Cinnella Ascensione

Daìta Martinez (giro -tondo)

Eleonora Davoli Il grande volo

Gabriella Maddalena Macidi Il mio cielo

Giacomo Dall’Ava Iniziazione

Giovanni Querci Lu chianti! di lu mari

Giuliano Spagna Colloquio

Giuseppe Bellanca Ucchi di mari

Giuseppina Billone Cercarsi

Giusy Cancemi L’albero della vita

Grazia Schillirò Orme

Lara Zen Il crollo

Maria Stabile A te figlia

Maria Teresa La Porta Il sentiero del vento

Mariella Mulas Voci del coraggio

Massimo Acciai Inverno a Praga

Nicoletta Fazio Vengano sole

Pasqualino Cinnirella Ma a noi quasi tuoi figli

Patrizia Cozzolino Monili di rame

Peppe D’Errico Tormenti in vetrina

Pippo Di Noto Oltre

Rodolfo Di Rosa I siciliani appuntano il cuore

Rosaria Carbone Sono solo un uomo

Salvatore Di Pietro Puisia

Salvatore Gaglio Tuffo il cuore nell’attimo

Sergio De Angelis La mia Pagina

Teresa Riccobono Preghiera

Tiziana Monari Goiko il cecchino

Vanes Ferlini Illusione di sensi

Il PREMIO AKKUARIA è stato assegnato a
Pietro Sostegno L‘incontro

Salvatore D’Aprano La Morte di un Emigrante

Claudio Nencioni Vecchia casa natia
Fabio Pinna Pezzi di settembre e ospedale

Serena Accàscina Polizzi Acqua di vita

La Commissione di Lettura è stata formata da:

Vera Ambra, Presidente Associazione Akkuaria

Giorgio Russello e Graziana Scalisi, Direttori Editoriali di Akkuaria

Augusto Lucchese, presidente Associazione Ethos

Mario Guzzardi, presidente Centro Studi Teocrito

Ugo Magnanti, Poeta

La Giuria è stata composta da:

Adele Desiderio (Milano) poeta, saggista e critica letteraria
Angela Agnello (Gela) consulente editoriale
Luca Benassi (Roma) poeta, saggista e critico letterario
Dora Millaci (Genova) scrittrice
Erberto Accinni (Milano) scrittore
Franco Zarpellon (Venezia) scrittore
Gabriella Rossitto (Catania) poeta
Mariella Sudano (Catania) poeta
Valentina D’Urso (Roma) poeta
Giovanna Li Volti Guzzardi (Melbourne) poeta e presidente Accademia Letteraria Italo-Australiana (A.L.I.A.S.)
Ivana Marija Vidovic (Dubrovnik) pianista-poeta e direttrice dell’Epidaurus Festival


La poesia di Alfio Patti

marzo 19, 2009

Sabato 14 marzo alle Ciminiere, a Catania, Alfio Patti ha presentato il suo ultimo libro, “Jennuvinennu”, edito da Prova d’Autore. Relatori: Rita Verdirame, docente di Letteratura italiana all’Università di Catania; Giuseppe Gulino, già docente di Dialettologia all’Università di Catania. L’attore Orazio Aricò ha recitato alcuni componimenti poetici della silloge.

Conoscevo già, grazie ad Akkuaria, Patti come formidabile istrione, cantante, comico: questa serata mi ha dato l’occasione di incontrare anche il poeta.

 

AVI NA VITA CA NON CHIANCIU

 

Avi na vita ca non chiànciu

ca macari m’û scurdai.

 

Talìu di luntanu ogni ccosa,

ogni pirsuna.

Attruzzu i ggenti

e mancu i sentu.

Ora ca ci arriniscìi

cchi piccatu

aviri travagghiatu tantu

p’astutari u cori.

È UNA VITA CHE NON PIANGO  – È tanto che non piango/ che l’ho dimenticato./ Guardo da lontano ogni cosa,/ ogni persona./ Urto la gente/ e neanche la sento./ Ora che ci sono riuscito/ che peccato/ aver lavorato tanto/ per spegnere il cuore.


Letteratitudine, il libro – Tu non dici parole

marzo 15, 2009

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Elvira Seminara e Sabina Corsaro presentano i libri “Letteratitudine, il libro”, a cura di Massimo Maugeri, e “Tu non dici parole”, di Simona Lo Iacono, Libreria Cavallotto, Catania, 5 marzo 2009.

 Riporto la recensione al primo libro, curata da Renzo Montagnoli:

Può un blog diventare un libro? È quello che si deve essere chiesto Massimo Maugeri, dominus di Letteratitudine, uno dei più noti blog letterari italiani.
Ha realizzato, così, attraverso un certosino e oculato lavoro di scelta un volume che presenta più di un motivo d’interesse come espliciterò nel corso di questa recensione. Fare il libro non è stato certo facile, ma trovare un editore disposto a pubblicarlo e a rischiare non penso sia stato così semplice. Invece ha incontrato l’entusiasmo di Guido Farneti, di Azimut Libri, che peraltro, d’intesa con il curatore, ha finalizzato la pubblicazione a una lodevole iniziativa. Infatti, sia i diritti d’autore che i proventi dell’editore saranno interamente devoluti alla Comunità delle Sorelle Missionarie della Famiglia Ferita e alla Casa Famiglia per bambini orfani “GIOVANNI PAOLO II”, che presta la sua opera di assistenza in Bosnia Erzegovina, luogo tristemente famoso perché è stato teatro di una guerra sanguinosa.
Ma al di là di questa iniziativa meritoria il libro ha altri motivi di interesse che ne consigliano l’acquisto e, ovviamente, la lettura.
Già l’idea del curatore di far parlare il blog stesso, come se fosse un’entità autonoma, riesce infatti a fornire in modo accattivante la descrizione delle sue sezioni, insomma quella che è la sua struttura, un po’ come se faceste visita agli Uffizi e fosse il palazzo stesso a intrattenervi.
Se Letteratitudine blog è veramente interessante per gli argomenti letterari trattati, per gli ospiti che li introducono e per gli interventi dei frequentatori, Letteratitudine il libro lo è egualmente, perché la scelta dei temi svolti in un biennio, nonché i commenti agli stessi sono stati effettuati con una particolare attenzione che rende veramente piacevole la lettura.
Non pochi si ritroveranno negli interventi, ma questo finirà con il rappresentare, grazie al filo logico seguito da Maugeri, un’occasione in più per rileggere, rileggersi, magari anche verificare se ancor oggi si sarebbe scritto così.
Diviso in quattro parti, precedute da un’introduzione, il libro si presta a un’agevole, oltre che piacevole, lettura e anzi i temi e gli interventi possono costituire un motivo di ulteriore approfondimento, foriero di benefici effetti anche per futuri dibattiti sul blog vero e proprio. In ogni caso, anche chi non è aduso a Internet troverà che le dissertazioni letterarie portano a un contributo di conoscenza spesso di consistente spessore, in uno scambio di opinioni di cui tutti i partecipanti hanno ritratto benefici in termini culturali, gli stessi benefici che ora sono a disposizione del lettore.
Delle scelte fatte da Maugeri quelle che mi sono piaciute di più (è questione di gusto personale, tanto per intenderci) sono state fra i dibattiti Il potere libresco e salvifico del web e fra gli autori e libri presentati l’incontro con Dacia Maraini per Il treno dell’ultima notte.
Mi sento, quindi, di caldeggiare vivamente la lettura di questo libro.

Cos’è Letteratitudine?

Letteratitudine è uno dei più noti blog letterari italiani. Fondato da Massimo Maugeri nel settembre del 2006, è tra i blog d’autore di Kataweb/Gruppo L’Espresso. Su Letteratitudine si affrontano dibattiti su vari argomenti di natura letteraria e culturale, si presentano libri con la partecipazione attiva degli autori, si organizzano persino giochi di gruppo. All’interno del blog alcuni autori-ospiti, contattati dall’Uomo con la Camicia Celeste, detengono una rubrica fissa. Tra questi: Ferdinando Camon, Roberto Alajmo, Antonella Cilento, Andrea Di Consoli. Questo libro raccoglie una selezione dei temi più interessanti che hanno animato i primi due anni di vita del blog, proposti dallo stesso Maugeri o dai suoi ospiti – i quali spesso scrivono, per l’occasione, gustosi testi inediti – e commentati dai partecipanti alla discussione. Voci di semplici lettori, di operatori culturali, di scrittori in erba, ma anche le voci illustri di: Dacia Maraini, Valerio Evangelisti, Paolo Di Stefano… L’indirizzo del blog è: http://www.letteratitudine.blog.kataweb.it.

Cos’è per te Letteratitudine, caro Max? posso provare a rispondere io?

Massimo ha una figlia in più, e si chiama Letteratitudine. Come una figlia, probabilmente, gli toglie il sonno, gli regala fatiche e gioie, come una figlia reclama tempo e attenzione, soprattutto perché sta crescendo: tu ti aspettavi questo successo, Massimo, quando è venuta alla luce?

La presentazione da Cavallotto è stata una bella occasione, ero contenta di esserci. Conosco Massimo da tempo, è un ottimo scrittore e il suo blog è una splendida realtà, un punto d’incontro e di scambio per scrittori e lettori, una grande piazza in cui parlare di libri e del mondo.

Torno a casa con il piccolo tesoro di libri, assaporando il momento in cui li avrò fra le mani. Spesso, dopo mezz’ora di inutilità televisiva, mi rifugio a letto con i miei libri; le giornate, fitte di impegni, mi costringono a relegare la lettura alle ore serali. Li tocco, li sfoglio, li annuso. Leggo la quarta di copertina, apro una pagina a caso, passo dall’uno all’altro in un rituale che è mio da sempre.

Quando avevo quattro anni, ricevevo spesso in dono libriccini di fiabe: il germe di quella felicità, quell’azzurro fuoco sottile è sempre rimasto in me, alimentato da un’ebbrezza che ha un’intensità costante.

Nella stessa serata ho rivisto la mia prof di filosofia, la scrittrice Maria Attanasio. Lei non si ricorda di me, come è ovvio, ma la saluto lo stesso. Mi torna in mente il giorno in cui acquistai il suo primo libro “Amore elementare”, da lei ora disconosciuto ma importante per me, copertina giallo tenero, e pensavo che anch’io, chissà quando, avrei tenuto tra le mani, con lo stesso reverente  stupore, il mio primo libro…

Ora una nota a proposito di massimo Maugeri.

Massimo Maugeri, scrittore siciliano nato nel 1968, collabora con le pagine culturali di importanti quotidiani e magazine. Suoi articoli sono apparsi su «Il Mattino», «Il Riformista», «La Sicilia», «Il Corriere Nazionale». Suoi racconti sono stati pubblicati su prestigiosi giornali e riviste letterarie. Il romanzo Identità distorte (Prova d’Autore, 2005) ha vinto il Premio Martoglio ed è stato finalista al Premio Brancati. Fa parte della redazione del blog letterario collettivo La poesia e lo spirito.
Ha ideato e gestisce il frequentatissimo Letteratitudine.
Ha curato Letteratitudine il libro, uscito nel dicembre del 2008 per i tipi della Azimut Libri.

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Il romanzo mi è piaciuto molto.

Trovo notevole il personaggio di Lidia, e così pure la descrizione della sua follia; mi piacciono le descrizioni della mia città, così bella e piena di contraddizioni.

L’epilogo, con l’imminente crollo della Torre, con il sospetto di giochi che ci sovrastano e che non possiamo neanche immaginare, mi pare davvero geniale.

Se non lo avete ancora letto, vi consiglio di farlo.

Per quanto riguarda il secondo libro, riporto la recensione di Salvo Zappulla:

Tu non dici parole di Simona Lo Iacono, Giulio Perrone editore, pagg. 200, € 15,00. La Lo Iacono affronta i grandi temi della vita, della morte, dell’amore. La spiritualità, la fede, il bene e il male. Siamo in Sicilia, nel 1638, a Bronte. La plebe deve difendersi dalle carestie, dall’ignoranza, dalla fame e, per ultima, dal clero che sull’ignoranza del popolo edifica il proprio potere. Suor Francisca Spitalieri coltiva la sua unica ricchezza: le parole belle. Le cerca, le trova, le ruba, le regala per lenire sofferenze, per insegnare alla gente a difendersi dai soprusi. Le parole sono temute dai potenti, sono portatrici di un mistero arcano, sono magia e incanto, bestemmia e purezza. Chi non ne sa fare uso le combatte. E l’arcivescovo Angimbè per sbarazzarsi di Francisca la condanna al rogo. La Lo Iacono utilizza questa metafora per lanciare un messaggio, sembra voglia ricordarci che la comunicazione è la condizione primaria dell’essere umano. I pensatori danno fastidio ai potenti. Le opere di Pitagora furono bruciate ad Atene, nel lontano 411 A.C. Il primo imperatore Cha Huang-ti ordinò la distruzione di tutti i libri esistenti in Cina; così come i nazisti bruciarono i libri contrari allo spirito germanico. L’imperatore Caligola condannò al rogo i libri di Omero e Virgilio. Diocleziano fece bruciare tutti i libri dei cristiani.”Tu non dici parole” è un romanzo sospeso tra misticismo e superstizione, tra reale e fantastico, tra verità e leggenda, tra mistero ed esoterismo, che attrae nel suo vortice lento ed ammaliante. Il clima sospeso e rarefatto, impregnato di mistero; il ritmo incantatorio, una scrittura lirica e visionaria di presa immediata, che incide nell’animo dei lettori, lo stile personalissimo e inconfondibile, ne fanno il prezioso atto di battesimo di una scrittrice destinata a far parlare di sè.


Simona Lo Iacono, nata a Siracusa nel 1970, laureata in giurisprudenza, ha curato una collaborazione con giornali letterari del catanese e del siracusano specializzati in letteratura. Da 11 anni è giudice presso il tribunale di Siracusa. Attualmente dirige la sezione distaccata di Avola. Ha partecipato a vari concorsi letterari e ha pubblicato alcuni racconti e poesie in antologie. Un suo racconto, “I semi delle fave”, ha vinto il premio edito dal convegno “Scrivere donna 2006″ ed è stato pubblicato da Romeo Editore nella collana “Scripta manent”. Cura una rubrica che riguarda i rapporti tra diritto e letteratura sul blog “Letteratitudine” di Massimo Maugeri, scrive recensioni e saggi letterari.

Su Letteratitudine, a questo indirizzo, troverete post e commenti:

http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/21/tu-non-dici-parole-di-simona-lo-iacono/

tu-non-dici-parole


Se parlerò di libri…

marzo 15, 2009

Le mie non saranno recensioni, non ho la presunzione che lo siano.

Scrivere una recensione presuppone una vera e propria critica letteraria, l’analisi puntuale e accurata del testo, l’uso di strumenti tecnici.

Io parlerò di libri alla mia maniera, immediata e viscerale. Parlerò di emozioni epidermiche o più profonde, di suggestioni. Chiamiamole allora impressioni, riflessioni, non recensioni.

Dettate dall’amore per i libri, dalla passione che da sempre mi possiede.

Excusatio non petita?


CHOKE

marzo 12, 2009

Un incipit fulminante:

 

“Se stai per metterti a leggere, evita.
Tra un paio di pagine vorrai essere da un’altra parte. Perciò lascia perdere. Vattene. Sparisci, finché sei ancora intero.
Salvati.
Ci sarà pure qualcosa di meglio alla tv. Oppure, se proprio hai del tempo da buttare, che so, potresti iscriverti a un corso serale. Diventare un dottore. Così magari riesci a tirare su due soldi. Ti regali una cena fuori. Ti tingi i capelli.
Tanto, ringiovanire non ringiovanisci.
Quello che succede all’inizio ti farà incazzare. E poi sarà sempre peggio.”
Proprio come dire a un bambino di non toccare il barattolo della marmellata, no?
Sto cercando di capire quanto questo libro, sull’universo oscuro e segreto della dipendenza dal sesso, possa dirsi bello.
A fine lettura, vi dirò.
Il libro è  “Soffocare”, di Chuck Palahniuk, ora anche film, con Sam Rockwell e Anjelica Houston, per la regia di Clark Gregg. Nelle sale in aprile.
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VOCI

marzo 10, 2009

Ho scritto spesso del ritorno, e del ritorno nel sogno. Però, dopo aver letto questa poesia, dubito si possa aggiungere altro…

 

VOCI (1904)

Voci immaginarie e amate

dei morti e di coloro per noi

perduti come i morti.

A volte ci parlano nei sogni;

a volte la mente assorta le avverte.

E con la loro eco per un attimo tornano

echi della prima poesia di nostra vita-

come musica remota che nella notte svanisce.

COSTANTINO KAVAFIS


La scrittura è un gatto

marzo 7, 2009

” Per me la scrittura è come un gatto. Mi consente di affrontare tutto il resto. Mi fa sbollire. Almeno per un po’. Poi mi si imbrogliano i fili e devo ricominciare tutto daccapo. Non capisco quegli scrittori che decidono di smettere di scrivere. Come fanno a sbollire?”

C.  BUKOWSKI

C’è qualcuno che condivide la visione di Charlie?

Cos’è per voi la scrittura?

Io ho provato per un periodo ad autocensurarmi ed è stato come tranciarsi una gamba. Volontariamente.


Scrivere è come fare il pane

marzo 7, 2009

“…scrivere è come fare il pane: bisogna lavorare molto la pasta, con l’olio dei gomiti, come si suole dire, farla riposare, farla lievitare, amalgamarla ancora e poi infine metterla nel forno. Possiamo considerarlo un progetto di seduzione.”

DACIA MARAINI